DATA EVENTO:

DESCRIZIONE:

Il primo accenno ad una presenza ebraica a C. risale al 1454, quando Manno, incaricato dal Duca di stabilire la quota che ogni ebreo avrebbe dovuto pagare, riferiva di aver inviato Salomone a ritirare la somma di 128 lire, che Anselmo di C. ancora doveva. Poiché, poi, gli ebrei non erano giunti ad un accordo sulle quote da corrispondere, il luogotenente di Cremona ricevette ordine di mandare Anselmo da Manno e dagli altri correligionari di Pavia. Qualche mese dopo, il podestà di C. (allora indicato come “Castro Leone” o “Castillione”) ebbe ordine di assistere Manno nell’esazione delle tasse che Anselmo doveva pagare. Nello stesso anno, il figlio di Anselmo, Samuele, anch’egli residente a C., era incarcerato per debiti a Cremona e avrebbe dovuto essere rilasciato per ritornare alla propria residenza, onde essere giudicato da un organo competente. Tuttavia, il podestà di C., temendo che Samuele potesse nascondersi, sottraendosi così alla giustizia, chiese che restasse a Cremona e vi venisse giudicato. Nello stesso anno, Anselmo di C. si lamentò con il Duca per un contenzioso con Ser Zuliano Cernucio: il luogotenente di Cremona ricevette ordine di intervenire con la provisione che gli sembrasse conveniente, in modo che la disputa fosse conclusa con la completa soddisfazione di ambo le parti e non desse adito ad ulteriori lagnanze. L’anno seguente, il podestà di C. dovette intervenire per aiutare Anselmo a recuperare i propri crediti e, sempre nel 1455, il Duca rimproverò lo stesso podestà per non aver obbedito ai suoi ordini, obbligando Bonaventura a pagare prontamente la tassa, parte dei 1.000 ducati convenuti, consegnando il denaro al latore della lettera………http://www7.tau.ac.il/omeka/italjuda/items/show/822




SCHEDATORE: Federica Brambilla

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